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Che cos'è lo stress
Tutti i compiti comportanto una NORMALE ATTIVAZIONE dell'organismo, che, se PERDURA, induce uno SFORZO ulteriore di ADATTAMENTO.
In questa fase avviene l・attivazione dei principali meccanismi di difesa del soggetto. Il sistema nervoso simpatico, causa una ・REAZIONE DI ALLARME・, caratterizzata da:
aumento del battito cardiaco,
incremento dell・attività secretiva endocrina e ormonale,
accelerazione del ritmo respiratorio
.

In questo stadio, si produce il rilascio di ormoni che forniscono le condizioni ottimali per:
resistere all・attivazione
e sostenere lo SFORZO

Se lo sforzo diviene eccessivo e non vi è possibilità di RECUPERO, si entra nel terzo stadio, di ESAURIMENTO delle risorse, in cui gli strumenti di reazione esauriscono la loro attività. Questa è la fase di STRESS NEGATIVO.

                 Lo STRESS è la conseguenza dell・alterazione del normale ciclo

                                  RIPOSO ・ ATTIVITA・ / SFORZO - RIPOSO

                                      è può comportare DISAGI PSICO-FISICI

 
La parola ・stress・ deriva dal latino strictus (stretto) ed è stata importata in medicina dalla fisica per descrivere una forza in grado di trasformare un corpo.
Quando la stimolazione ambientale è tale da attivare l'organismo, senza sforzo eccessivo, esso funziona al meglio e sono molti coloro che hanno ・saggiato・ quanto si riesca a produrre, in stato di stress positivo. In questo caso, si parla di Eustress, ovvero di stress buono e di un livello di stimolazione necessaria.
Quando invece lo stress è negativo, si parla di Distress, è in questa accezione che ne parleremo di seguito e, nella fattispecie concreta, in ambito lavorativo.


Fattori di stress lavorativo
Quali sono i fattori che, sul luogo di lavoro, possono indurre l'organismo ad una situazione di distress, ovvero di sforzo eccessivo e di conseguente disagiopsico-fisico?
Onde facilitare una corretta valutazione rischi stress lavoro correlatoed individuazione delle più idonee misure di prevenzione e protezione, nonché individuazione dei professionisti più indicati all'uopo, ripartirò i fattori di rischio, in base alla loro ・fonte・ d'origine, ovvero come:
fattori individuali
• fattori top down
• fattori down up
• fattori orizzontali

I fattori individuali hanno una connotazione prettamente soggettiva (insonnia, problemi personali, depressione, insicurezza, eccessivo controllo..) e pur non essendo passibili di controllo diretto da parte dell'organizzazione lavorativa, possono essere oggetto di particolari misure preventive e protettive, atte ad aumentare la capacità di gestione dello stress, soprattutto nelle professioni passibili di burn-out, quelle socio-sanitarie o di pubblica sicurezza.

Tra i fattori top down, si annoverano tutti quelli dipendenti dalla tipologia del lavoro (mansioni, lavoro notturno...), dall'ambiente di lavoro (microclima, ergonomia, rumore, attrezzature...) e dall'organizzazione dello stesso (turnazioni, ferie, riposi, incentivi, motivazione, procedure lavorative...), ovvero organizzati dalle figure apicali.

I fattori down up, sono quelli meno intuibili e fortunatamente meno frequenti e sono riconducibili a situazioni di disagio (fin'anche mobbing) che derivano dai propri collaboratori-subalterni.

I fattori  di rischio orizzontali,
dei quali ho parlato in "Stress lavoro correlato, serve lo psicologo?",sono quelli più latenti e difficilmente emergenti con i questionari sul ・clima・ o sul benessere lavorativo o sullo stress lavoro-correlato. Questi fattori sono quelli che derivano ・dai propri colleghi・, dall'ignoranza e dal non rispetto delle più corrette procedure lavorative e spesso, dalla mancata individuazione di procedure che, trasversalmente (quindi per tutti), inducano il massimo livello di rendimento, col minor dispendio in termini di salute e sicurezza.

 
Come si misura e si valuta lo stress?
La risposta più logica è: con le misure che evidenziano le conseguenze dello stress lavoro correlato, ovvero, psicosomatiche, produttive, comportamentali e psicologico-motivazionali:
misure fisiche, correlate all'ambiente di lavoro ed alle mansioni e quindi riportate nel DVR;
misure psico-fisiologiche (ad. es. elettrocardiogramma, elettroencefalogramma, manifestazioni di disagi psico-fisici..)
misure di performance-prestazione (ad es. numero di errori, tempo impiegato, incidenza degli infortuni...)
analisi degli indici correlati (assenteismo, turn over, vertenze sindacali...)
test soggettivi (ad es. questionari, interviste, colloqui...)


La valutazione dello stress lavoro correlato, risulta essere dunque un processo di valutazione a 360 gradi, in cui entrano in gioco competenze tecniche, legislative e logistiche ed una mera conoscenza della specifica realtà lavorativa in oggetto, che possa rendere fattive le più idonee misure di prevenzione e protezione, ivi comprese le procedure lavorative atte alla massima produttività col minor disagio psico-fisico.

 

 




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